Crypto: I volumi di trading crollano mentre il mercato si blocca, secondo JPMorgan
I mercati crypto hanno ricominciato a tossire. Nessun crollo spettacolare questa volta, ma una lenta perdita di slancio: i volumi di trading crypto stanno diminuendo, i prezzi stanno correggendo e persino gli ETF spot su bitcoin stanno andando in rosso. Per JPMorgan, il quadro è chiaro: l’appetito per il rischio sta svanendo e il mercato si blocca proprio quando avrebbe dovuto confermare il suo forte ritorno.
In breve
- I volumi di trading crypto si contraggono bruscamente su tutto il mercato, dagli spot ai derivati fino alle stablecoin.
- Gli ETF spot su bitcoin e i prodotti crypto quotati subiscono massicce fuoriuscite, indicando un chiaro disimpegno degli investitori istituzionali.
- Tra leva finanziaria, timori di un nuovo inverno crypto e sottoperformance rispetto alle azioni, il mercato appare più fragile, anche se questa fase potrebbe servire come purga prima di un nuovo ciclo.
Un mercato crypto senza fiato
Dopo aver negato fermamente che la chiusura di alcuni conti crypto fosse una “caccia politica” rivolta a Donald Trump, JPMorgan riporta la discussione sui numeri. Secondo la banca, il mese scorso è stato segnato da un forte calo dei volumi di transazione su tutto il mercato. Spot, derivati, stablecoin: nulla sfugge.
I volumi di trading spot crypto sarebbero diminuiti di circa il 19%, mentre altri indicatori come TradingView riportano una diminuzione simile, vicina al 23%. In altre parole, meno scambi, meno liquidità e un mercato strutturalmente più fragile.
Il segnale più chiaro arriva dalle stablecoin. Questi token, pensati per riflettere la potenza di fuoco dell’ecosistema, vedono il loro volume medio giornaliero scendere del 26% mese su mese. Quando le stablecoin si congelano, spesso significa che i trader preferiscono fare un passo indietro piuttosto che rischiare sul mercato. Meno rotazione, meno arbitraggio, meno leva.
Allo stesso tempo, anche la finanza decentralizzata (DeFi) e gli NFT non sono immuni al rallentamento. I volumi in questi segmenti sono anch’essi in contrazione, a conferma che non è solo il mercato bitcoin a respirare meno, ma l’intera struttura crypto che sta rallentando. In queste condizioni, è difficile parlare semplicemente di una piccola consolidazione tecnica.
ETF crypto, massicce fuoriuscite e disincanto istituzionale
Oltre al mercato spot, il messaggio dai prodotti quotati è ancora più brutale. Gli ETF spot su bitcoin negli Stati Uniti, a lungo presentati come il ponte dei sogni tra Wall Street e il mondo crypto, hanno registrato quasi 3.4 miliardi di dollari di deflussi netti a novembre. In un mese, gli afflussi di ottobre sono stati semplicemente cancellati.
Per JPMorgan, i prodotti crypto scambiati in borsa (ETP, ETF, trust…) hanno vissuto il loro peggior mese di sempre, con 1.4 miliardi di dollari di riscatti netti. Non si tratta più solo di prese di profitto; è un vero movimento di ritiro. Gli investitori istituzionali, che avevano timidamente ricominciato a esporsi, stanno ora riducendo nuovamente la loro presenza.
Questa inversione dei flussi si aggiunge ai cali di prezzo. La capitalizzazione totale di mercato delle crypto è scesa di circa il 17%, tornando intorno a 3.04 trilioni di dollari. Nel dettaglio, il valore di bitcoin diminuisce, la capitalizzazione di ether scende di quasi il 22% verso i 361 miliardi di dollari e le azioni delle società legate alle crypto crollano di circa il 21%. La catena di trasmissione tra mercato spot, prodotti quotati e valori azionari funziona… ma nella direzione sbagliata.
La transizione è chiara: dove alcuni speravano in una nuova gamba rialzista alimentata dagli ETF, alla fine prevale la diffidenza. E questa diffidenza non nasce dal nulla.
Effetto leva, paura di un nuovo inverno e confronto con le azioni
Gli analisti di JPMorgan indicano diversi fattori che pesano contemporaneamente sulle valutazioni e sui volumi di trading crypto. Innanzitutto, le preoccupazioni sulla leva finanziaria. Dopo diversi mesi di rialzo quasi continuo, molte posizioni in derivati si erano accumulate. Il minimo movimento correttivo innesca quindi liquidazioni, che amplificano meccanicamente il calo dei prezzi… e raffreddano ulteriormente i trader.
Successivamente, tornano le discussioni su un possibile “nuovo inverno crypto”. Ogni contrazione dei volumi, ogni deflusso dai prodotti quotati, riporta alla mente i ricordi del 2018 o del 2022. A questo punto, non ci siamo ancora, ma il mercato sembra abbastanza fragile perché la narrativa prenda piede. Nel mondo crypto, la narrativa conta quasi quanto i numeri.
E mentre la crypto rallenta, gli indici azionari tradizionali tengono abbastanza bene. L’S&P 500 rimane sostanzialmente stabile, il Nasdaq 100 cala solo di circa il 2% nel periodo. Il confronto fa male: l’asset che avrebbe dovuto essere ultra-performante, pensato per offrire un alto beta, questa volta sottoperforma i mercati “classici”. Per alcuni investitori, il calcolo è semplice: perché sopportare questo livello di volatilità se la performance non segue?
Inverno prolungato o semplice pausa? Cosa devono ricordare gli investitori
Dobbiamo quindi vedere nel crollo dei volumi di trading crypto l’inizio di un lungo ciclo ribassista? Non necessariamente. Storicamente, le fasi in cui i volumi si contraggono seguono spesso periodi di iperattività. Permettono di purgare la leva, calmare gli eccessi speculativi e dare al mercato un po’ di ossigeno prima di una nuova fase costruttiva.
Quello che è certo, però, è che questo contesto costringe gli investitori a cambiare leggermente postura. Meno volume significa talvolta libri ordini più vuoti, quindi movimenti di prezzo più violenti su semplici ordini. La gestione del rischio torna centrale: dimensionamento delle posizioni, uso misurato della leva, scelta delle piattaforme, selettività degli asset.
Per i profili a lungo termine, questa fase può anche essere un’opportunità per distinguere il rumore dai fondamentali. I progetti solidi continuano a progredire anche quando i volumi scompaiono. Altri vivono solo grazie all’euforia di mercato. Quando i volumi di trading crypto si prosciugano, la vernice si crepa rapidamente.
Esclusione di responsabilità: il contenuto di questo articolo riflette esclusivamente l’opinione dell’autore e non rappresenta in alcun modo la piattaforma. Questo articolo non deve essere utilizzato come riferimento per prendere decisioni di investimento.
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