L'Australia svela una proposta di licenza per le criptovalute con severe sanzioni
L'Australia ha presentato una bozza di legislazione che richiederebbe alle piattaforme di asset digitali di ottenere licenze, con sanzioni fino al 10% del fatturato annuo per le violazioni.
- Il disegno di legge richiede alle piattaforme crypto di possedere licenze AFSL
- Le sanzioni potrebbero raggiungere il 10% del fatturato annuo o 16,5 milioni di dollari australiani
- Le regole si estendono ai servizi di custodia e trading, escludendo i token decentralizzati
L'Australia ha proposto nuove regole di licenza per le piattaforme di asset digitali, stabilendo sanzioni severe per le società che violano i requisiti.
Il 24 settembre, il Tesoro ha pubblicato una bozza di legge che porterebbe gli exchange e i fornitori di custodia sotto l'egida del Corporations Act, secondo quanto riportato da Bloomberg. Le piattaforme sarebbero tenute a possedere una Australian Financial Services License e a rispettare gli standard di condotta, incluso l'agire “onestamente e correttamente” ed evitare pratiche ingannevoli.
Le società che non rispettano le regole potrebbero affrontare sanzioni pari al maggiore tra 16,5 milioni di dollari australiani (10,9 milioni di dollari), tre volte il beneficio ottenuto, o il 10% del fatturato annuo. Gli operatori più piccoli sarebbero esentati se detengono meno di 5.000 dollari australiani per cliente e gestiscono meno di 10 milioni di dollari australiani in transazioni annuali.
Ambito delle regole proposte
La bozza di legislazione rappresenta uno dei passi più significativi del governo nella regolamentazione del settore crypto del paese, che già include attori globali come Coinbase e Kraken. La consultazione con l'industria è aperta fino al 24 ottobre, con la legislazione finale prevista più avanti nel 2025, seguita da un periodo di transizione di 12 mesi.
Le regole estendono le protezioni dei consumatori alle “strutture di asset digitali” come i servizi di custodia e le piattaforme di trading multilaterale, escludendo i token decentralizzati non gestiti da intermediari.
Il Tesoro ha dichiarato che il quadro normativo si allineerà agli standard internazionali, facendo riferimento al MiCA dell'UE e al Payment Services Act di Singapore. Include anche il Crypto-Asset Reporting Framework dell’OCSE per la trasparenza fiscale.
I requisiti chiave includono la segregazione degli asset dei clienti, il mantenimento di misure di sicurezza informatica, chiare informative sui rischi e processi interni di risoluzione delle controversie. Il disegno di legge mira anche ad affrontare il fenomeno del “debanking” collaborando con le principali banche australiane per garantire che le imprese crypto mantengano l’accesso ai servizi finanziari.
Reazione dell’industria e prossimi passi
La risposta dell’industria è stata cautamente positiva. Il responsabile di Coinbase Australia, John O’Loghlen, ha accolto con favore le proposte, affermando che una regolamentazione chiara sosterrebbe la crescita e la competitività globale. Il general manager locale di Kraken, Jonathon Miller, ha dichiarato che la bozza è il risultato di un “lungo periodo di consultazione” con governo e industria.
La proposta si basa sulla roadmap del governo di marzo 2025 per gli asset digitali, che ha dato priorità a licenze, standard di custodia e regolamentazione delle stablecoin. Se approvata, stabilirebbe uno dei regimi di supervisione più completi della regione Asia-Pacifico.
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