La banca con sede a Minneapolis, con oltre 685 miliardi di dollari in asset totali, ha rinnovato i suoi servizi di custodia di Bitcoin per le istituzioni.
Dopo una pausa di 3 anni, ora in un ambiente più favorevole alle criptovalute, questo è di nuovo possibile.
Ritorno dopo una pausa
Attraverso un comunicato stampa, U.S. Bank, la principale controllata operativa di U.S. Bancorp, ha annunciato ieri che riprenderà il servizio inizialmente lanciato nel 2021, ma lo limiterà ai clienti Global Fund Services che hanno fatto domanda per l'iniziativa di accesso anticipato.
Come previsto originariamente, rimarrà limitato ai gestori di investimenti istituzionali con fondi propri o entità private che necessitano di un modo sicuro per conservare Bitcoin. Il sub-custode scelto sarà lo stesso di quattro anni fa – NYDIG, una società BTC focalizzata su strutture e servizi monetari.
Il presidente della divisione Wealth, Corporate, Commercial e Institutional Banking dell’entità ha condiviso alcune parole sull’annuncio:
“Siamo orgogliosi di essere stati una delle prime banche a offrire la custodia di criptovalute per clienti istituzionali e di fondi già nel 2021, e siamo entusiasti di riprendere questo servizio quest’anno.
A seguito di una maggiore chiarezza normativa, abbiamo ampliato la nostra offerta includendo gli ETF su bitcoin, il che ci consente di fornire soluzioni complete per i gestori che cercano servizi di custodia e amministrazione.”
Cosa ha causato la pausa?
Circa un anno dopo il lancio iniziale del servizio da parte della banca, la Securities and Exchange Commission (SEC) ha emesso il suo staff accounting bulletin (SAB) 121. Questo documento stabiliva che le banche dovevano trattare gli asset crypto detenuti come passività in bilancio, aumentando i requisiti patrimoniali e rendendo impratiche le operazioni di custodia.
Il documento cita anche rischi tecnici, legali e normativi associati alle criptovalute, poiché le autorità di vigilanza sono state più rigorose durante l’era Biden nel 2022. In particolare, ciò riguardava la determinazione di come la classe di asset dovesse essere conservata, le procedure per i procedimenti giudiziari relativi alle crypto e se questi asset sarebbero stati conformi al momento.
“Questi rischi possono avere un impatto significativo sulle operazioni e sulla condizione finanziaria dell’entità (utente).
Lo staff ritiene che le linee guida sul riconoscimento, la misurazione e la divulgazione contenute in questo SAB miglioreranno le informazioni ricevute dagli investitori e dagli altri utenti dei bilanci su questi rischi, aiutandoli così a prendere decisioni di investimento e di allocazione del capitale.”
Da allora ci sono stati numerosi cambiamenti, incluse leggi, regolamenti e cambiamenti di personale, in particolare la nomina del presidente favorevole alle crypto Donald Trump, che hanno tutti contribuito ad alleggerire gli ostacoli che Bitcoin e il resto del mondo crypto hanno dovuto affrontare prima di essere più ampiamente accettati.
A seguito di tutte queste riforme, il SAB 121 è stato abrogato, consentendo alle istituzioni di detenere crypto nei loro bilanci e di essere meno timorose del controllo dei regolatori. Tuttavia, dovranno comunque segnalare eventuali rischi associati alla detenzione di criptovalute secondo la nuova politica SAB 122.
